Una tragica sorte quella che ha visto protagonista la ex vigilessa di soli 33 anni Sofia Stefani. Il carnefice proprio un collega, Giampiero Gualandi, 63 anni, che ieri intorno alle 17.30 ad Anzola dell’Emilia, in provincia di Bologna, nella sede della polizia municipale dello stesso paese, ha sparato alla testa della ragazza letalmente. Invano l’intervento degli operatori del 118 giunti sul posto. L’uomo ha dichiarato agli inquirenti che si sarebbe trattato di un errore, un incidente scaturito dalla maldestra pulizia dell’arma di ordinanza, da cui sarebbe partito un colpo. Ma questa versione non ha convinto gli inquirenti, e per l’uomo è stato disposto l’arresto. La vittima era in forza al presidio di Sala Bolognese. Gualandi, invece, era rientrato in servizio ad Anzola e in passato aveva ricoperto l’incarico di comandante della polizia locale dell’Unione Intercomunale Terre d’acqua.
“È un fatto che ha scosso il nostro Comune, la morte di una ragazza di 33 anni per un colpo di arma da fuoco. Però anche di fronte ad una cosa così traumatizzante non dobbiamo avere la morbosa curiosità di capire chi ha fatto cosa, quali sono le motivazioni. Quello spetta agli inquirenti, al tempo, che determineranno responsabilità e colpevoli”, ha dichiarato il sindaco di Anzola Giampiero Veronesi. “Quello che noi dobbiamo fare adesso è stringerci alla famiglia di Sofia. E’ una perdita devastante e quindi dobbiamo avere la capacità di reagire come comunità, di fronte ad un evento che in un Comune di 15mila abitanti, tranquillo, scuote nel profondo le coscienze. E anche per questo motivo mi accingo a proclamare il lutto cittadino”.
Ora rimane da chiarire come mai la donna, che risulta essere stata congedata dai vigili, si trovasse ad incontrare il 63enne negli uffici del comando.