Sul caso Cospito non si arrestano le polemiche, tra chi ritiene che sia giusto il regime del 41 bis per chi sta dalla parte della mafia e del terrorismo e chi no. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha rinfrescato la memoria alla sinistra in Parlamento: «La legge è uguale per tutti», 41 bis compreso. Il Guardasigilli è sconcertato di fronte a coloro che stanno mettendo in discussione l’istituto del carcere duro, chiedendo pietà per l’anarchico Alfredo Cospito. «Non esiste un 41 bis di serie A e di serie B», ha ribadito Nordio. «Si può discutere di 41 bis, se sia una norma da rivedere o mantenere, se possa e debba essere applicata ad autori di alcuni reati o di altri, ma una volta che c’è una legge quella è uguale per tutti. Chi è soggetto al 41 bis, che sia anarchico insurrezionalista o mafioso o appartenente a un’altra organizzazione criminosa, la legge è uguale per tutti».
Poi aggiunge: «La possibilità di cambiare la normativa sul 41 bis è inesistente, ancora di più se noi dovessimo collegare l’eventuale mutamento alla situazione di disordini che si sono creati in questi giorni nei confronti dello Stato». «Attentati, atti vandalici da parte degli anarco-insurrezionalisti e di altre formazioni che si stanno compattando con queste sono intimidazioni davanti alle quali lo Stato deve tenere la massima fermezza e determinazione».
Infine ha spiegato: «Sono state citate informazioni che attengono a circostanze avvenute nel regime detentivo speciale di cui all’articolo 41 bis: è bene premettere che in linea di principio tutti gli atti riferibili ai detenuti in regime di 41 bis sono per loro per loro natura sensibili. Ragion per cui ai fini della loro ostensione occorre una preventiva verifica e una valutazione del loro contenuto. A partire da questo dato esiste però una pluralità di aspetti che meritano doverosi approfondimenti», ma «bisogna comprendere di che tipo di atti si tratti, quale livello di segretezza abbiano, se e chi potesse averne conoscenze e se il destinatario potesse a sua volta divulgarli o condividerli con terzi» e che «questi quesiti attengono a una materia complessa, delicata, suscettibile per alcuni aspetti di diverse interpretazioni».