Immigrazione: l’UE tenta di correre ai ripari, ma è scontro

Al Collegio dei Commissari di oggi il dossier migranti tornerà sul tavolo e Bruxelles metterà a punto linee guida quinquennali per la gestione dei confini europei. Di più, al momento, l’esecutivo Ue non è in grado di fare: la riforma del Patto di migrazione e asilo resta ostaggio delle divisioni e anche dello scontro politico che infuria all’Eurocamera, con l’asse tra Ppe e Socialisti sempre più in bilico. La nuova strage al largo della Libia ha reso, agli occhi di Palazzo Berlaymont, ancora più evidente la necessità di un maggiore coordinamento, non solo tra i Paesi membri ma anche con i partner africani. “Alla guardia costiera libica arriveranno altre imbarcazioni. Non posso dare annunci rispetto alle tempistiche, ma vediamo chiaramente che c’è una necessità di rafforzare la loro capacità, perché non sempre hanno i mezzi”, è la linea della Commissione, la cui portavoce Dana Spinant ha ancora una volta ribadito un principio: “Dobbiamo tutti fare tutto il possibile per evitare tragedie”. E l’esecutivo Ue, al collegio di oggi, proverà a rispondere agli input arrivati dal Consiglio Ue di febbraio.

La comunicazione sul cosiddetto European integrated border managment (Eibm) proverà ancora una volta a fare ordine con una strategia a lungo termine che, per l’Italia, ha nella proiezione esterna di Frontex e nella cooperazione per la gestione degli eventi Search & Rescue alcuni punti chiave. Allo stesso tempo l’Ue invierà ai 27 una raccomandazione per il mutuo riconoscimento delle decisioni sui rimpatri, rendendo così inutile, per chi sbarca illegalmente in un Paese europeo, la fuga in un altro Stato membro per sfuggire al rimpatrio nella terra d’origine. Si tratta, comunque, di misure di stampo emergenziale, il punto di svolta vero resta la riforma del Patto di Migrazione e Asilo e l’obiettivo resta quello di approvarlo entro le Europee del 2024; il rischio è che comunque sia troppo tardi. Al summit dei leader del 23 e 24 marzo, al momento, non sono attese decisioni ma solo un report dell’attuazione del Piano di Azione varato dalla Commissione con l’emergere della nuova crisi migratoria. Nel frattempo, cresce la tensione fra i partiti politici: aprendo la Plenaria, la presidente Roberta Metsola ha disposto un minuto di silenzio per le vittime della strage di Cutro richiamando al “dovere e alla responsabilità nel non accettare che il Mediterraneo diventi un cimitero”. L’assemblea ha ascoltato, silente. Ma la battaglia politica è stata solo rinviata.

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