Papa Francesco in risposta agli studenti dell’Università cattolica di Lovanio ha parlato del ruolo della donna nella Chiesa. “Pesano qui violenze e ingiustizie, insieme a pregiudizi ideologici. Perciò bisogna ritrovare il punto di partenza. Chi è la donna e chi è la Chiesa. La Chiesa è donna, il popolo di Dio, non un’azienda multinazionale. La donna, nel popolo di Dio, è figlia, sorella, madre. Come io sono figlio, fratello, padre. Queste sono relazioni, che esprimono il nostro essere a immagine di Dio. Uomo e donna, insieme, non separatamente!”.
“Infatti – ha proseguito – le donne e gli uomini sono persone, non individui; sono chiamati fin dal “principio” ad amare ed essere amati. Una vocazione che è missione. E da qui viene il loro ruolo nella società e nella Chiesa”. “Ciò che è caratteristico della donna, ciò che è femminile – ha chiarito – non viene sancito dal consenso o dalle ideologie. E la dignità è assicurata da una legge originaria, non scritta sulla carta, ma nella carne. La dignità è un bene inestimabile, una qualità originaria, che nessuna legge umana può dare o togliere. A partire da questa dignità, comune e condivisa, la cultura cristiana elabora sempre nuovamente, nei diversi contesti, la vocazione e missione dell’uomo e della donna e il loro reciproco essere per l’altro, nella comunione. Questo sarebbe maschilismo e femminismo. Non l’uno contro l’altro, in opposte rivendicazioni, ma l’uno per l’altro”.
“Ricordiamo – ha concluso Papa Francesco – che la donna si trova al cuore dell’evento salvifico. È dal ‘sì’ di Maria che Dio in persona viene nel mondo. Donna è accoglienza feconda, cura, dedizione vitale. È brutto quando la donna vuole fare l’uomo. Apriamo gli occhi sui tanti esempi quotidiani di amore, dall’amicizia al lavoro, dallo studio alla responsabilità sociale ed ecclesiale, dalla sponsalità alla maternità, alla verginità per il Regno di Dio e per il servizio”.
“Non entrate nelle lotte ideologiche“. Ha poi detto di sentirsi “rattristato quando trovo una università che insegna solo a guadagnare, senza pensare alla comunità”. Si tratta invece di “fare fratellanza. Non serve lo studio senza insieme. Volete la libertà? Siate testimoni di verità“.