Fisco, le tasse anche a rate purché si paghi

Al Fisco le tasse vanno bene anche a rate. Basta che si paghi. E soprattutto se il conto atteso è di 7 mld. È questa una delle ragioni che sposta più in là la decisione sulla ripresa dei versamenti, bloccati da dicembre e che da ieri hanno ripreso il calcolo ordinario. In attesa del decreto Sostegni, che sarà approvato entro la prossima settimana, il ministero dell’economia per il momento ha deciso solo il rinvio degli adempimenti come trasmissione Cu, e conservazione fatture e comunicazioni enti esterni per «alimentare» il modello 730 pre-compilato. Sui versamenti la strada al momento intrapresa è quella di dare per scontato che la maggior parte dei contribuenti utilizzeranno utilizzino l’opzione del versamento rateizzato previsto dalle disposizioni dei decreti legge 137/20 (ristori omnibus) e 104/20 (decreto agosto). La ripresa dei versamenti per i tecnici del mineconomia è in sostanza una ripartenza rateizzata. Tanto che, nelle simulazioni, si attendono per il 16 marzo non tutti gli importi del gettito da 3,7 mld ma una prima tranche da 0,93 mln di euro.

Si tratta in questo caso dei versamenti dovuti il 16 novembre 2020 per ritenute oggetto di proroga, Iva e addizionali. Ci sono poi i versamenti dovuti il 16 dicembre 2020 per talune ritenute e addizionali, e Iva. Chiudono questo giro i versamenti Iva dovuti a titolo di acconto che dovevano essere versati entro il 27 dicembre 2020. C’è poi la ripresa, ma questo appuntamento è fissato per il 30 aprile, dei versamenti legati al secondo acconto Irpef e Irap. Anche in questo caso, la rateizzazione degli importi fino a un massimo di 4 rate. La stima dei versamenti attesi è, sulla base delle valutazioni ex ante, di circa 4 miliardi. Ieri intervenendo alle presentazioni delle linee guide de ministero del turismo Massimo Garavaglia ha specificato sul decreto Sostegni che «va su interventi generali e più veloci possibili: invece di fare tanti piccoli interventi su singole tipologie (ricordiamo il problema dei codici Ateco) si va con misure generali che riguardano sostanzialmente tutti, il più velocemente possibile». La grande attesa sul provvedimento è sottolineata anche da Laura Castelli viceministro dell’economia che ieri è tornata a delineare dare i numeri della misura che tarda il suo varo. «Quasi 12 miliardi saranno destinati alle misure di sostegno alle attività produttive, con un fondo ad hoc per la montagna, circa 6 miliardi alle politiche per la salute di cui 5 per il piano vaccini, e poco meno di 10 miliardi alle misure di sostegno alla famiglia, al lavoro, alle indennità per gli stagionali e gli sportivi, al rifinanziamento della cassa integrazione, del reddito di cittadinanza e del reddito di emergenza, della Naspi e del Fondo occupazione». Inoltre ci sono poi le voci legate agli enti locali e alla rottamazione. «Un capitolo, che potrà contare su 2,5/3 miliardi, sarà dedicato agli Enti locali» spiega la Castelli, «dobbiamo infatti intervenire su Trasporto pubblico locale e imposta di soggiorno, ma anche creare due fondi, per un totale che supera il miliardo e mezzo complessivo, per comuni e regioni. Due miliardi andranno alle misure per il fisco, per stralcio del magazzino fiscale inesigibile, rottamazione di avvisi bonari e altre misure. È un primo passo, in attesa del nuovo scostamento di bilancio che proporremo al Parlamento nelle prossime settimane e che servirà ad accompagnare questa fase di restrizioni ed il piano vaccinale».

Condividi l'articolo!
Share on facebook
Share on twitter
Share on linkedin
Share on whatsapp
Share on email
Share on print