Paolo Mieli e Massimo Cacciari hanno esso sotto accusa la campagna vaccinale e soprattutto la follia comunicativa che la politica ha compiuto sul caso AstraZeneca. Comincia il filosofo ed ex sindaco di Venezia: “La paura dei vaccini? Non è colpa degli scienziati ma dei politici che non fanno informazione corretta. Adesso anche se uno scienziato venisse a dirci che c’è un caso su 10 miliardi, la gente sarebbe comunque spaventata. È diventato il bar sport”. Bloccare il vaccino, poi sbloccarlo, ha certo insospettito e provocato disdette un po’ ovunque. E la colpa è stata tutta politica, ribatte Mieli.
Gli dà man forte Galli, responsabile del reparto Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano: “Dal punto di vista comunicativo la frittata su AstraZeneca è stata fatta. Ho disperatamente cercato dei numeri su cui appigliarmi per un giudizio. Ma di dati non ce ne sono da nessuna parte”. Il legame con le trombosi c’è e riguarda casi esigui su cui l’Ema sta studiando. Ma è incontrovertibile il dato più evidente: con questo vaccino la Gran Bretagna è uscita dal guado, attaccano sia Mieli sia Cacciari. L’ ex direttore del Corriere della Sera punta il dito su Palazzo Chigi e dintorni: sono responsabili – dice- di aver nascosto la verità sulla campagna vaccinale; sulle difficoltà e i relativi problemi. Il difetto di chiarezza non porta bene: “Il governo dev’essere chiaro. Bisognava dire, per esempio, che nel weekend di Pasqua sarebbero diminuite le vaccinazioni. E che la soglia delle 500mila non sarebbe stata raggiunta nemmeno in tre giorni. Le persone hanno diritto a una comunicazione chiara”. Nel week-end di Pasqua si sono fatte più multe che vaccinazioni, questo il paradosso. Ma gli italiani lo hanno saputo “dopo”.
“Io non capisco – prosegue Mieli – il termine della questione: in Gran Bretagna 11 milioni di vaccinati e 38 morti. Noi per rinunciare a milioni di vaccini abbiamo tra 400 e 500 morti al giorno. Abbiamo dato un calcio al piano vaccinale, generando confusione e trovandoci ad inizio aprile ancora con 4-500 morti al giorno. Qui sono anche le autorità sanitarie internazionali ad avere responsabilità. Non possono ripensarci e ridiscutere ogni volta.”.
Mieli recrimina sul fatto che sempre “dopo” gli italiani vengono a sapere che le cose non stanno andando tanto bene. Che credibilità si costruisce così? Nessuna. Di fronte a questi “buchi” e ritardi i cittadini si arrabbiano. “In molte regioni, tra cui quella in cui risiedo, per le prossime settimane e i prossimi mesi è impossibile prenotarsi per il vaccino”. Il generale Figliuolo, certo, ha ereditato una situazione disperata, ma per ora ha indicato solo degli obiettivi. Se questi sono disattesi… “Draghi purtroppo non ha migliorato la situazione. Tutte le promesse sulle quantità di vaccinazioni sono saltate”, commenta Cacciari.