Mosca sposta uomini e mezzi sempre più a ridosso del confine ucraino

I movimenti delle truppe nelle regioni russe si fanno sempre più a sud. Diversi osservatori occasionali e fonti open source di intelligence (Osint) hanno individuato come, in queste ore, uomini e mezzi abbiano lasciato alcuni campi di ammassamento per dirigersi verso le zone più prossime al confine ucraino.

In particolare una colonna di BM-30 “Smerch”, un mezzo lanciarazzi campali (Mlrs – Multiple Launch Rocket System) che si trovava nella zona di Kursk, è stata vista ieri in movimento a circa 80 chilometri dall’Ucraina, mentre la ricognizione satellitare ha notato che un enorme campo di ammassamento a Yelnya, nella regione di Smolensk, dove erano presenti centinaia di veicoli da trasporto, si è quasi svuotato. Questi sono stati visti successivamente, da osservatori a terra, nella regione di Bryansk, più a sud, in aree a poche decine di chilometri dalla frontiera ucraina.

Si muovono anche le navi

Frattanto Mosca muove anche le sue pedine navali: come ha scritto Lorenzo Vita, negli scorsi giorni una flottiglia russa di quattro navi da sbarco classe Ropucha, accompagnate da una scorta di rifornitori e unità leggere, provenienti dal Mar Baltico, hanno doppiato lo Stretto di Gibilterra e attraversando il Mediterraneo sono ora nella sua porzione orientale. Queste unità si sono aggiunte ad altre due Ropucha già presenti e sono state raggiunte da un incrociatore classe Slava (il Varyag) e da un cacciatorpediniere classe Udaloy (l’Admiral Tributs) che, partiti dalla loro base di Vladivostok sulla costa del Pacifico, hanno attraversato il Canale di Suez.

Nelle scorse ore da Gibilterra è transitato un altro incrociatore classe Slava (il Marshal Ustinov) tallonato da un cacciatorpediniere statunitense classe Arleigh Burke (l’Uss Roosevelt). Anche questa unità è molto probabilmente diretta verso lo stesso punto di ritrovo nel Mediterraneo Orientale per partecipare a quella che sembra configurarsi come la più grande esercitazione navale russa nel Mare Nostrum dai tempi della Guerra Fredda.

Non è da escludere che, nei prossimi giorni, a Hmeimim, la base aerea di Mosca in Siria, si vedano arrivare bombardieri a lungo raggio armati di missili da crociera antinave Tupolev Tu-22M3 oppure addirittura i pattugliatori marittimi antisom Tu-142. A fine maggio, infatti, avevamo visto un rapido dispiegamento di Tu-22 in Siria resosi possibile grazie ai lavori di prolungamento della pista della base, che ora è in grado di ospitare e far operare anche i velivoli più grandi. Quell’operazione, durata solo due giorni, potrebbe essere stata un test in previsione di un’esercitazione aeronavale più grossa e complessa.

Le unità navali russe sono attentamente seguite dalla ricognizione aeronavale dell’Alleanza Atlantica, che ha anche in mare, in queste ore, alcune unità navali (ad esempio il cacciatorpediniere Uss Bainbridge e la fregata tedesca Lubeck) nell’Egeo, e che ha appena concluso le importanti manovre Neptune Strike 2022, che ha visto anche la partecipazione di nave Cavour.

Tornando al “fronte russo”, sempre nella giornata di ieri è stato notato che Mosca ha effettuato un volo di prova con alcuni vecchi biplani da trasporto Antonov An-2. L’esercito russo potrebbe quindi, molto facilmente, aver testato la fattibilità di poter usare i vecchi velivoli come aerei esca per attivare i sistemi di difesa aerea ucraini e successivamente neutralizzarli con una reazione di qualche tipo, che molto probabilmente sarebbe missilistica.

In un video pubblicato sui social media si vedono quasi una dozzina di An-2 in formazione ravvicinata durante un’esercitazione nelle aree di confine della Russia con l’Ucraina. Questa tattica è stata già usata dagli azeri durante l’ultimo breve conflitto in Nagorno-Karabakh, come abbiamo avuto modo di raccontarvi, molto probabilmente proprio grazie all’aiuto di consiglieri militari di Mosca. Frattanto continua il rinforzo del fianco orientale della Nato, e oltre ai soldati statunitensi recentemente giunti in Polonia, veniamo a sapere oggi che il Regno Unito invierà altri 350 soldati per “rafforzare lo spirito di solidarietà” con Varsavia, come detto dal Segretario alla Difesa Ben Wallace, mentre la Germania annuncia l’invio di 350 uomini in Lituania di rinforzo al dispositivo multinazionale del Nato Enhanced Forward Presence Battle Groups.

 

La situazione generale resta molto tesa, e siamo in una fase in cui le forze russe ai confini con l’Ucraina risulterebbero essere complete al 70/80 percento, e anche per questo assistiamo a una guerra di informazioni (e di nervi) che assume le connotazioni della disinformazione.

Vi abbiamo già spiegato di come questa massa di informazioni open source che arriva dalla Russia sia anche funzionale alla maskirovkadi Mosca, che mostra spostamenti continui di uomini e mezzi per confondere gli osservatori civili. Questo tipo di operazione, intesa a creare confusione e mantenere vivo l’elemento sorpresa, oltre a permettere a Mosca di mantenere l’iniziativa tattica (di notte avvengono altri spostamenti che un osservatore civile è difficile che riesca a osservare), serve a sviare le parecchie fonti Osint di basso livello che contribuiscono a fornire dati per analisi (e analisti) che poi vanno a incidere sull’opinione pubblica e quindi sui decisori politici.

Parlando di disinformazione la notizia diffusa dalla Cnn di intercettazioni di funzionari russi “preoccupati” che un’invasione su larga scala dell’Ucraina possa essere più costosa e difficile di quanto non pensino al Cremlino, potrebbe essere l’ennesimo tassello di una Infowar che ha reclutato, più o meno inconsapevolmente, anche parte dell’opinione pubblica occidentale che, ripetendo il mantra di Mosca, è convinta che la Russia non attaccherà mai l’Ucraina. Come già detto l’indirizzamento dell’opinione pubblica, che ha un peso specifico elevato nelle decisioni governative delle democrazie occidentali, è parte del gioco della maskirovka che rientra nel più grande cerchio della Hybrid Warfare, la guerra ibrida in cui i russi sono diventati maestri.

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