Come annunciato nei giorni scorsi, Carlo Calenda ha incontrato la Premier Giorgia Meloni con una delegazione del Terzo polo. Al termine dell’incontro, durato più di un’ora mezza, ha valutato il clima positivo e dichiarato che “Su molte cose abbiamo trovato un’apertura; siamo entrati nel merito del provvedimento e abbiamo presentato le nostre proposte”. Dunque “una collaborazione in Parlamento c’è, perché è nei fatti. Noi presenteremo i nostri emendamenti nonostante i tempi siano brevi, ma se si parla di un voto di fiducia allora no. Ci siamo impegnati a non fare ostruzionismo perché non intendiamo mandare il Paese in esercizio provvisorio”; minacciando di andare solo in piazza “l’opposizione potrebbe farla anche un bambino”, continua il leader del terzo polo, lanciando così una stoccata a Pd e M5S e assicurando però che “non c’è nessuna disponibilità da parte nostra a essere parte di questa coalizione di Governo”.
Calenda accusa poi Forza Italia di voler “sabotare” la manovra, procurandosi la replica piccata di Licia Ronzulli: “Appare un po’ confuso e dimentica che è seduto all’opposizione. Ci fa piacere che l’opposizione sia costruttiva ma non accettiamo lezioni di chi ha perso le elezioni ed è destinato all’irrilevanza”. Ma le polemiche non mancano neanche all’interno dello stesso fronte dell’opposizione: “Se Calenda e Terzo Polo pensano di fare da stampella al Governo e alla sua legge di bilancio, semplicemente non sono opposizione”, attacca il sindaco di Pesaro e coordinatore dei sindaci Pd Matteo Ricci. Ancor più dura la vicepresidente dem Anna Ascani: “Calenda ha chiesto voti per Draghi e li usa per fare da stampella al Governo di destra di Giorgia Meloni. É triste dover dire lo avevamo detto”. La replica del segretario di Azione arriva a stretto giro, bollando le accuse come “bambinate. L’opposizione si fa in due modi: rincorrendo il M5S e Landini a chi fa prima una manifestazione o spiegando nel merito (e a saldi invariati) come faresti tu la legge di bilancio. Scelte entrambe legittime”.