Non si placa la guerriglia tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo. A Bologna il leader M5S attacca il garante parlando del ritorno al voto: «Io nella vita precedente ho fatto il professore di diritto e l’avvocato, ho competenze per dire che quella clausola che consente di rivotare è in odore di incostituzionalità, è un retaggio di un vecchio Statuto. La potevo mettere sul piano del contenzioso legale, ma io non faccio l’avvocato, io faccio il politico. La soluzione non può passare dal contenzioso legale, che ci vedrebbe vincenti. Non bisogna sottrarsi alla democrazia e al confronto», spiega Conte.
E ancora. «Il risultato del garante ha sorpreso anche me. È la democrazia, dobbiamo prenderne atto. Adesso viene fuori che i suoi seguaci stanno predicando di non votare, ma se eserciti la clausola che ti conferisce il potere che è fuori dal tempo di rivotare, non è una contraddizione? Il tutto perché? Per dimostrare che si è sopraelevati, rispetto a cosa? Non è Conte, è la comunità degli iscritti, non puoi dire a tutti gli iscritti di trovarsi un’altra casa. Non dovevi fare un partito, sei stato rivoluzionario a fare questo processo, ma una volta fatto ti devi render conto che non hai costituito una fondazione familiare, ma un movimento politico che non appartiene a me, o a lui, o a un terzo: ma agli iscritti», conclude Conte.