Non bastavano le rivolte innescate dal leader della CGIL Landini, ora anche Ilaria Salis inneggia alle proteste violente: “La rivolta è l’ultima e la prima arma di chi non ha nulla: né privilegi, né status, né mezzi economici o politici”. Queste le parole forti utilizzate dall’europarlamentare di sinistra chiedendo la protesta di strada su Instagram per la morte di Ramy Elgaml, il 19enne sbalzato da uno scooter mentre era inseguito dai carabinieri. Lo schianto sull’asfalto di Milano, tra via Ripamonti e via Quaranta, gli avrebbe causato una lesione all’aorta fatale. Lo si apprende dall’esito dell’autopsia disposta dal pm di Milano, Marco Cirigliano, sul corpo del 19enne egiziano morto nella notte tra sabato e domenica scorsi, dopo l’inseguimento fra una gazzella dei carabinieri e lo scooter Tmax su cui Ramy viaggiava come passeggero.
“Nessuno sale contento su un Tmax, un sabato sera, mentre gli altri sono a ballare, per una collanina”. “Non cerchiamo toni vittimistici o giudizi morali, i nostri orizzonti sono ristretti dal razzismo e dal classismo, vogliamo redistribuire potere, ricchezze, costruire futuri”. Gli amici del giovane di origine egiziane hanno messo a ferro e fuoco la zona meneghina, chiedendo verità e giustizia. Il carabiniere alla guida della volante coinvolta nella vicenda è stato iscritto nel registro degli indagati, ma la tensione è palpabile, con buona pace di chi nega qualsivoglia problema di sicurezza. Assalti a mezzi pubblici, incendi di cassonetti o di estintori per strada, petardi e fumogeni lanciati contro i poliziotti in assetto anti sommossa: questa è solo una piccola parte di quanto accaduto negli ultimi giorni.