di Andrea Franchi
La sentenza che ha colpito Marine Le Pen, condannata a quattro anni di reclusione (due con braccialetto elettronico), a una pesante sanzione pecuniaria e all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, non è solo una ferita personale per la leader del Rassemblement National. È un terremoto politico che cambia gli equilibri del fronte nazional-conservatore in Francia e spalanca una nuova fase: quella dell’ascesa di Marion Maréchal.
Chi pensava che la destra francese fosse prigioniera dell’eredità Le Pen deve ora fare i conti con una realtà più complessa e dinamica. Marion non è semplicemente “la nipote di”. È una figura politica con un curriculum solido, una visione propria, una rete culturale (si pensi all’ISSEP da lei fondato) e soprattutto una capacità di dialogo trasversale tra identitari, conservatori e gollisti disillusi.
Dopo essere stata espulsa da Reconquête per aver tentato una mediazione con il Rassemblement National — mossa che allora sembrò azzardata — oggi appare chiaro che Marion avesse intuito prima degli altri la necessità di una convergenza tra le anime della destra. Una visione federativa, post-lepenista, orientata a un progetto istituzionale, patriottico e pragmatico. Proprio ciò che oggi la base elettorale chiede.
Con Jordan Bardella come attuale figura di riferimento del RN e una parte dei Républicains in cerca di nuova linfa, Maréchal si trova nella posizione unica di poter unire ciò che oggi è diviso. Giovane, colta, autorevole, con esperienza parlamentare e ora europarlamentare, possiede tutte le qualità per raccogliere il testimone e rilanciare la sfida della destra francese su scala presidenziale.
La Francia ha bisogno di una leadership credibile, capace di parlare alle periferie e al ceto medio, ma anche di rassicurare le élite istituzionali. Marion può essere questa sintesi, se saprà superare i personalismi e convincere alleati e opinione pubblica che il suo progetto è più grande del suo nome.
In questo vuoto di potere, Marion Maréchal non solo può candidarsi. Deve farlo. Per offrire alla Francia una destra moderna, culturalmente solida, politicamente lucida e finalmente competitiva fino all’Eliseo.