“Si susseguono ormai da settimane i respingimenti di cittadini europei, alcuni dei quali italiani, partiti dal porto di Palermo, alla frontiera tunisina. In molti casi senza motivazioni valide spiegate ai malcapitati. Forse dovremmo prendere esempio da loro. Uno studente palermitano Erasmus, in regola con i permessi, a Tunisi e’ rimasto bloccato per ben 12 ore alla dogana. La dogana tunisina l’ha rimpatriato col primo traghetto e rispedito in Italia”. Così il consigliere comunale di Palermo, Igor Gelarda, della Lega, che aggiunge: “Non e’ giusto non fare entrare chi ne ha diritto, ma neanche far entrare chi quel diritto non ce l’ha. Come accade in Italia.
Come riporta il sito Palermo Today, nell’ultimo mese altri viaggiatori europei e latinoamericani hanno vissuto la stessa odissea. Viaggiatori (non disperati) sbarcati dalla nave Catania della compagnia Grimaldi partita dalla Sicilia e respinti alla frontiera senza alcun documento che ne attestasse le ragioni. Tra questi pure una cittadina con doppio passaporto, italiano e tunisino, al quinto mese di gravidanza, arrivata insieme al compagno italiano e lasciata in piedi per ore ad attendere le disposizioni della polizia.
“Avevo tutto in regola, un tampone negativo fatto nelle ultime 72 ore e le carte necessarie per il mio soggiorno. Niente, non c’è stato verso”, ha raccontato al sito Andrea Garuccio. “C’erano due olandesi dei quali si è saputo dopo che erano ospiti del governo tunisino e un argentino al quale è stato chiesto quanti soldi avesse addosso. A me hanno fatto storie perché, nonostante i contratti firmati con le due università, non avevo ancora la registrazione del contratto dell’appartamento che avrei condiviso con altri studenti. Ho detto ai poliziotti che avrei potuto fare una prenotazione in albergo ma pretendevano che la facessi per 4 mesi nonostante avessi già casa”. Ed è stato quindi rispedito a casa.
“Potremmo dire che si tratta di una situazione paradossale – commenta Gelarda – ma in realtà se l’Italia imparasse dai tunisini ad essere più vigile sui controlli alla dogana e alle frontiere forse non saremmo diventati ‘l’hot spot dell’Europa’. E non avremmo situazioni paradossali di un ministro dell’Interno mandato al processo per avere difeso i confini. Ci chiediamo se adesso il sindaco Orlando scrivera’ una nota di vibrante protesta al governo tunisino per questo respingimento”.