Revisione di tutti i tributi, diretti e indiretti, degli enti territoriali, doganali e sui giochi; semplificazione dei procedimenti dichiarativi, accertativi, di riscossione e del contenzioso: questi i principali contenuti del disegno di legge delega per la riforma fiscale, che oggi pomeriggio sarà all’esame del Cdm. Gli obiettivi sono quelli di stimolare la crescita economica e la natalità, sostenere famiglie, imprese e lavoratori, prevenire e ridurre l’evasione e l’elusione fiscale, razionalizzare e semplificare il sistema tributario. La riforma non dovrà comportare oneri per le casse dello Stato, quindi, si finanzierà in buona parte con la revisione delle tax expenditure. In un post Giorgia Meloni ha scritto: “Una rivoluzione fiscale che garantisca meno tasse, più crescita, equità e che getti le basi per un nuovo rapporto di fiducia tra fisco e contribuenti”. La delega contiene i principi per la riforma e ne delinea il quadro d’insieme; i decreti delegati che conterranno le norme attuative dovranno essere adottati entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della legge delega. Difficile, quindi che la riforma possa essere operativa prima della metà del 2025. Nello specifico, i ventidue articoli suddivisi in cinque titoli di delega riguardano: principi generali e tempi di attuazione; i tributi; i procedimenti e le sanzioni; testi unici e codici; disposizioni finanziarie.
Per la revisione dell’Irpef la bozza prevede la revisione e la graduale riduzione delle aliquote, pur nel rispetto del principio di progressività, nella prospettiva della transizione del sistema verso una unica: l’obiettivo di legislatura è dunque la flat tax per tutti; il provvedimento non dà indicazioni sulla riduzione del numero delle aliquote, dalle attuali quattro a tre, che rappresenterebbe il primo step del processo. Novità anche per i redditi da fabbricati: la cedolare secca potrebbe essere estesa ai locali e a tutti gli immobili diversi da quelli a uso abitativo. Per i redditi da lavoro dipendente sarà prevista una semplificazione per i fringe benefit esclusi dal calcolo del reddito. Per quanto riguarda l’Ires, la bozza conferma l’aliquota ridotta, rispetto all’attuale 24%, sulla quota destinata nei due anni successivi a investimenti qualificati e a assunzioni. La revisione dell’Iva prevede la razionalizzazione delle aliquote, la revisione della disciplina della detrazione e la semplificazione delle procedure per i rimborsi. Per l’Irap, che attualmente finanzia il SSN, è previsto il graduale superamento, con priorità per le società di persone e le società tra professionisti, e l’introduzione di una sovraimposta con base imponibile corrispondente all’Ires.