I tempi sulle nomine stringono e, con l’avvicinarsi delle scadenze dei Cda delle principali controllate pubbliche, arriva l’attesa riorganizzazione del ministero dell’Economia. Il governo di Giorgia Meloni ha deciso di istituire il nuovo Dipartimento dell’Economia che avrà il controllo delle partecipate e ne nominerà i vertici: quest’anno toccherà a una settantina di società, ma in tutto tra il 2023 e 2024 si parla di 135 controllate, da Eni a Corneliani, da Enel a Cinecittà. Il nuovo Dipartimento dell’Economia del Mef avrà a capo un direttore generale (non ancora nominato) e sarà suddiviso in tre Direzioni cui spetteranno le competenze su interventi finanziari in economia, partecipazioni societarie e tutela attivi strategici e valorizzazione del patrimonio pubblico. La prima Direzione si occuperà anche di garanzie pubbliche, di sostegno pubblico a esportazione e internazionalizzazione, di vigilanza su enti e fondazioni non bancarie e di moneta. Alla seconda Direzione spetteranno i poteri cardine finora assegnati al Tesoro: analisi, gestione e valorizzazione delle partecipazioni societarie dello Stato nonché esercizio dei diritti del socio, indirizzo, monitoraggio e controllo sull’attuazione del TU in materia di società a partecipazione pubblica, gestione dei processi di societarizzazione, privatizzazione e dismissione nonché supporto ai processi di valorizzazione industriale delle società partecipate. La seconda Direzione si occuperà anche del golden power e dei rapporti con le istituzioni dell’Unione europea e con gli organismi internazionali nelle materie di competenza. Infine, la terza Direzione gestirà tutto ciò che ruota intorno a beni immobili, partecipazioni e concessioni di beni demaniali e servizi. Al Tesoro resteranno le competenze sulla programmazione economico finanziaria, la gestione del debito pubblico, i rapporti finanziari europei e internazionali, la regolamentazione e la vigilanza finanziaria.
Alla Ragioneria generale dello Stato cambia invece nome il Servizio centrale per il Pnrr guidato da Carmine Di Nuzzo che diventa l’Ispettorato generale per il Pnrr: opererà in continuità con quanto fatto finora e si occuperà di rendicontare, monitorare i progetti e le spese delle amministrazioni locali e di discutere con la Commissione europea della ricezione dei fondi. Sarà inoltre di “supporto” alle funzioni politiche attribuite dal dl Pnrr al Ministro degli Affari europei Raffaele Fitto. Nel corso del Cdm che ha approvato il ridisegno, il Ministro Giancarlo Giorgetti ha presentato la relazione sulla spending review dei ministeri, atto propedeutico per il via libera del decreto ministeriale che prevede un risparmio di 800 milioni nel 2023, 1.200 milioni nel 2024 e 1.500 milioni del 2025.