Lavoro: più soldi in busta paga, sgravi fiscali e fino a 6 anni di carcere per i furbi del Rdc

L’occupazione è un tema centrale per il governo Meloni, che sta lavorando ad un decreto volto a rimpinguare le tasche dei lavoratori con redditi medio-bassi. Un caso o no, pare che il decreto sarà approvato proprio il primo maggio, giorno in cui cade la festa nazionale dei lavoratori. Ma come intende il premier dare più respiro alle famiglie? In base ai calcoli di Bankitalia e alle risorse disponibili, l’esecutivo riuscirà a sollevare l’asticella del reddito annuale di circa 200 euro.

L’”obiettivo lavoro” si concentra anche sul taglio del cuneo fiscale per quanto riguarda coloro che guadagnano fino a 35 mila euro all’anno. Gli sgravi interessano un impegno di 4,6 miliardi di euro. In particolare, il taglio è attualmente fissato a 2 punti percentuali in merito ad i redditi sotto la soglia di 2.692 euro (che corrispondono a circa 35 mila annui) e a 3 punti per quelli che non raggiungono i 1.923 euro (all’incirca 25 mila annui). Se immaginiamo che i tagli attualmente in vigore rimangano invariati, con i nuovi sgravi a partire dal mese di maggio, i 3,5 miliardi del Def finalizzati a rafforzare la misura permetterebbero di aumentare fino al raddoppio l’esonero.

Tema cruciale del decreto sarà anche il Reddito di Cittadinanza, che probabilmente prevederà tre diverse forme di questa misura di sostegno: la Garanzia per l’inclusione (Gil), la Prestazione di accompagnamento al lavoro (Pal) e la Garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal). Le somme erogate saranno diminuite per un limite massimo di 350 euro al mese per gli “occupabili”, i quali, se non vorranno perdere il sussidio, dovranno accettare le offerte di lavoro per almeno un mese. Dopo le innumerevoli truffe che hanno riguardato il beneficio di matrice pentastellata, Giorgia Meloni ha deciso di mettere un duro freno per coloro che intendano fare i furbetti: previste pene più aspre, fino a sei anni di carcere, per i percettori che dichiarano il falso.

Novità anche per quanto riguarda le causali dei contratti a termine: sarà eliminato l’obbligo per i contratti fino a 12 mesi. Diverse anche le regole in merito ai contratti da 1 a 2 anni: mentre attualmente le motivazioni sottostanti la stipula riguardano solo la necessità di svolgere mansioni al di fuori dell’attività ordinaria, con il nuovo decreto questo tipo di contratti potranno essere firmati per andare incontro ad esigenze produttive di carattere specificatamente tecnico/organizzativo, o per sostituire lavoratori assenti. Inoltre è prevista la proroga dei contratti di espansione, che permettono di raggiungere il pensionamento cinque anni prima dei canonici 67 anni nelle realtà lavorative che impiegano più di 50 dipendenti, a condizione che nuove professionalità siano inserite nell’organico.

CC

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