È scontro sull’emendamento del Governo sulla Corte dei Conti

Dopo giorni di stop and go, indiscrezioni e rinvii, il Governo presenta l’emendamento che esclude la Corte dei Conti dal “controllo concomitante” sul Pnrr e proroga di un anno il cosiddetto scudo erariale. La proposta di modifica è stata depositata nelle Commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera, impegnate con l’esame del decreto sulla PA. Le opposizioni insorgono: “Una forzatura inaccettabile”; ma il governo assicura: “Non è in atto nessuna guerra tra il governo e la Corte dei Conti, né si mette in discussione la necessità di controlli di legalità sulle opere pubbliche”, afferma il titolare dei rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, insomma “nessun colpo di spugna”, il punto però è che “servono controlli meno pesanti, meno oppressivi”. “C’è il massimo rispetto del Governo verso la Corte dei Conti”, aggiunge Raffaele Fitto. La magistratura “deve esercitare il potere giudiziario non il potere politico”, è l’opinione del vicepremier Antonio Tajani. Proprio i vertici della magistratura contabile saranno auditi alla Camera e poi ricevuti oggi a palazzo Chigi (non sarà però presente la premier Giorgia Meloni, attesa in Moldavia per il vertice della Comunità politica europea) per un incontro che era nell’aria da alcuni giorni, dopo i rilievi della Corte sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, rilievi che avevano suscitato la reazione del Governo e la replica dei giudici contabili, che avevano espresso “sconcerto” e “stupore”.

Nell’emendamento l’esecutivo modifica la norma del 2020 in base alla quale “la Corte dei Conti, anche a richiesta del Governo o delle competenti Commissioni parlamentari, svolge il controllo concomitante sui principali piani, programmi e progetti relativi agli interventi di sostegno e di rilancio dell’economia nazionale”. Il testo presentato precisa: “Ad esclusione di quelli previsti o finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. Le opposizioni salgono sulle barricate: l’emendamento del governo “è vergognoso e inaccettabile”, “ci opporremo in ogni modo a questa ennesima forzatura”, dichiarano i capigruppo Pd Francesco Boccia e Chiara Braga. Anche Giuseppe Conte promette battaglia: “Ci opporremo con tutte le forze” anche perché “senza il controllo della Corte dei Conti verrebbe meno anche la possibilità per il Parlamento di essere aggiornato sull’utilizzo di queste risorse”. Per il verde Angelo Bonelli si tratta di “un attacco al ruolo di un organo autonomo e indipendente”. La “maggioranza si fa beffe di Mattarella”, attacca il segretario di Più Europa Riccardo Magi, mentre il capogruppo terzopolista Matteo Richetti definisce “senza pudore” il Governo che “non vuole essere disturbato”.

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