L’Italia è pronta a fornire nuovo supporto militare all’Europa e all’Ucraina. Il prossimo pacchetto di aiuti è ancora in elaborazione ma l’iter è avviato. Nel settimo decreto potrebbero finire in lista munizionamenti e gli Skyguard-Aspide, probabilmente stavolta ricondizionati in Italia, ed equipaggiamenti contro il rischio Nbcr (nucleare, biologico, chimico e radiologico). Tra le richieste che potrebbero essere soddisfatte ci sono anche veicoli blindati e grandi quantità di munizioni. In cantiere però ci sono anche nuove sinergie industriali che porteranno a nuovi aiuti, anche se non è chiaro se sarà possibile inserirli nel prossimo provvedimento o in altri successivi. Al gruppo di contatto dei paesi Nato che si è tenuto una settimana fa a Ramstein era stato già chiesto un incremento della produzione, che potrebbe alimentare il programma di difesa europeo: dell’aumento beneficeranno infatti anche gli altri Paesi dell’Unione. E proprio in queste ore una delegazione dell’Ue ha visitato le unità produttive dell’Agenzia industrie Difesa. Sotto i riflettori c’è lo stabilimento militare munizionamento terrestre di Baiano di Spoleto, che produce giubbotti antiproiettile, granate e i missili Vulcano.
La visita ha riguardato anche lo stabilimento militare pirotecnico di Capua, che fabbrica munizionamento di piccolo e medio calibro, e di Fontana Liri, specializzato in polveri da sparo. Su quest’ultimo la Commissione europea sta valutando anche la possibilità di nuovi investimenti. Nel sesto pacchetto l’Italia, insieme alla Francia, aveva già disposto la fornitura di un sistema anti-missile Samp-T che sarà operativo a breve ed ha addestrato personale ucraino. Quel provvedimento risale ormai a quattro mesi fa e il Governo si sta preparando al settimo: l’elenco degli armamenti è stato illustrato ieri al Copasir dal ministro della Difesa Guido Crosetto e come nelle altre occasioni il contenuto è comunque secretato e sarà oggetto di un nuovo decreto che andrà a breve in Gazzetta ufficiale. Il ministro ucraino Reznikov aveva anche chiesto ai Paesi amici dei caccia da combattimento, ma al momento non sarà Roma ad inviarli e nei giorni scorsi Crosetto ha già smentito che militari italiani possano partecipare alla formazione dei piloti di caccia F16, forniti prossimamente da un altri Paesi a Kiev.