Concentrare le risorse su salari, sanità, famiglie e pensioni. Il confronto tra i partiti di maggioranza e la premier Giorgia Meloni, assieme ai vice Antonio Tajani e Matteo Salvini, conferma le parole chiave in vista della costruzione della legge di bilancio.
Nel corso della riunione, è stata ribadita “la compattezza della coalizione”, che ha affrontato “brillantemente” l’ultimo anno nonostante “i tentativi di divisione e sabotaggio”.
Le stesse fonti ricordano che si preannuncia un anno complesso che la maggioranza è “pronta ad affrontare con determinazione e serietà”, a partire dalla legge di bilancio sulla quale i partiti della maggioranza “sono tutti concordi nel concentrare le risorse su salari, sanità, famiglie e pensioni, a partire da quelle dei giovani“.
Secondo quanto apprende l’AGI, nell’incontro non si è sceso nel dettaglio della legge di bilancio. Sarebbe stato sottolineato, riferiscono fonti parlamentari, che i margini di manovra sono stretti ma si condividerà il percorso.
Tra gli obiettivi del vertice, a quanto filtra, c’era anche quello di evitare possibili fughe in avanti dal punto di vista della comunicazione delle singole misure. Bisognerà prima attendere i conti del Tesoro e la Nadef. Il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti non era presente alla riunione.
La premier ha ribadito le priorità: rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale e intervenire con una serie di sostegni in favore dei redditi più bassi e delle famiglie numerose facendo però attenzione all’uso delle risorse.
Il provvedimento sul cuneo consentirebbe di lasciare nelle buste paga dei dipendenti fino a 100 euro in più al mese, per contrastare la corsa dell’inflazione, da solo pesa circa 10 miliardi di euro. Per le spese indifferibili sarebbero necessari tra i 5 e i 6 miliardi.
Nei giorni scorsi il sottosegretario al Mef Federico Freni ha parlato di una spesa complessiva di ne restano 130 miliardi di cui 109 sono da portare in compensazione. Con Giorgetti che dal Forum di Cernobbio lo scorso fine settimana ha detto di avere “il mal di pancia” a pensare al superbonus per via dell’ammontare delle risorse spese.
Buone notizie per i mal di pancia di Giorgetti e del governo Meloni. Secondo Nomisma il Superbonus ha generato un valore superiore ai 200 miliardi, a fronte di 88 miliardi di investimento.
“Ci sono stati degli interventi necessari durante la pandemia, ma non possono essere strumenti permanenti da tenere nel tempo. Il superbonus doveva finire presto, che sia cresciuto con meccanismi un po’ strani lo abbiamo detto noi ma anche altri”, annota oggi il governatore di Bankitalia Ignazio Visco.
Nel frattempo Bloomberg ipotizza che il deficit dell’Italia nel 2023 potrebbe essere “molto più ampio, vicino al 5%” del Pil. L’obiettivo sul deficit fissato nella Nadef era del 4,5%. Tra i fattori che influenzerebbero la proiezione ci sarebbe l’effetto del Superbonus.