In vista delle elezioni europee il Ppe lancia un avvertimento netto, e non senza conseguenze, a Giorgia Meloni sulla sua vicinanza a Viktor Orbán, il cui ingresso in Ecr, gruppo europarlamentare di Fdi, non favorirà il dialogo con il nuovo centrodestra europeo.
L’ingresso di Orban nei Conservatori e Riformisti “è un serio ostacolo al dialogo, sarebbe un grosso regalo alla minoranza liberale e di sinistra e minerebbe l’influenza dell’Ecr sulla direzione della politica dell’Ue”, sottolineano fonti del Ppe nelle pieghe di una sessione plenaria che segna un balzo di livello nello scontro tra Popolari e Socialisti sull’avvicinamento verso i partiti alla destra del Ppe. L’apertura del presidente e capogruppo dei Popolari, tuttavia, non è senza condizioni.
I tre assiomi che Weber va ripetendo per un eventuale dialogo con i partiti alla sua destra sono l’essere filo-Ue, filo-Ucraina e a sostegno dello stato di diritto, e sono condizioni che il Ppe non vede in Orban, che dai Popolari fu di fatto cacciato nel 2019.
Per Meloni e Fdi il discorso è ben diverso ma, proprio per questo, dai Popolari arriva una sorta di aut aut alla premier. Del resto, i contatti in corso tra Ecr e Marine Le Pen da un lato e Marion Marechal dall’altro potrebbero innescare una reazione molto simile da parte dei Popolari.
Se da un lato il Ppe ha aperto al dialogo con i Conservatori, dall’altro non ha abbandonato, e non può farlo, la via tradizionale per la formazione della maggioranza, quella del fronte con Socialisti e liberali.