In molti stanno saltando festanti sul carro del trionfalismo, quando sentono parlare di svolta green dell’economia, e di conseguenza della politica e della società, che ci hanno venduto come necessaria per venire incontro all’ennesima crisi che ci colpirà. Dopo quella terroristica, finanziaria, economica, pandemica che abbiamo superato, ora tocca a quella climatica. Come dire: “una crisi non si nega mai”.
Entro il 2035 verrà blocca la produzione delle auto a motore termico, per salvare l’ambiente. L’ambiente sarà salvo allora? Non proprio.
La Cina (maggior emettitore di CO2) ha deciso che nei prossimi anni costruirà altre 100 centrali a carbone (ovviamente monopolizzando il mercato e acquistandolo solo lei, insieme all’India, lo avranno a prezzo scontato). Le economie che hanno deciso la svolta (pseudo) green, invece, si stanno imbarcando in un percorso dagli oscuri esiti economici, sociali e politici mentre l’emissione di CO2 continuerà peggio di prima.
Ma lasciamo stare il discorso climatico che merita ben altre sedi e concentriamoci su quello che potrebbe essere la svolta miracolosa della auto elettriche. Dimentichiamoci però i viaggi “in giornata” per percorsi superiori ai 500 chilometri. Ci vorranno tempi enormi e soste continue per le ricariche e per le velocità limitate da carico e temperature esterne. Si perché il nodo focale delle auto elettriche della svolta green, sono le batterie delle auto che meriterebbero molti più spazi e considerazioni, purificate dall’entusiasmo commerciale annebbiante la ragione.
Infatti ci sono domande le cui risposte meriterebbero di essere portate all’attenzione del futuro consumatore acquirente, senza la cornice festante distraente.
Quanto dura una batteria di auto elettriche? Quanto costerebbe sostituirle? Quanto è conveniente acquistarle? Domande più che lecite perché sono quelle con cui ci dovremo confrontare nel futuro quasi prossimo. Sono però domande le cui risposte sono abbastanza difficile da scovare.
I costruttori propongono dati che non coincidono con la realtà effettiva. Innanzitutto bisogna tenere presente che è stato considera un livello di efficienza minimo al di sotto del quale la batteria non potrà essere adeguata al proprio scopo. Questo livello è stato calcolato nel 70%. Vuol dire che le batterie al di sotto di quella soglia non saranno più utilizzabili. Dato che hanno un decadimento di circa il 10% della loro capacità dopo 500 cicli di ricarica (parametro preso per eccesso) la batteria non sarà efficiente dopo circa 1500 cicli (picco di massima che si abbassa con le auto di qualità minore). Possono sembrare tanti ma in realtà questo parametro va rapportato con l’autonomia dell’autovettura e con l’uso/consumo che se ne fa. Ad esempio, prendendo come riferimento le auto che verrebbero più usate perché più economicamente abbordabili (anche se parliamo di prezzi da 20 mila euro in su per auto classificabili come city car) l’autonomia reale varia dai 110 km ai 300 km circa. Mentre quelli dichiarati variano dai 220 ai 380 chilometri (fonte: https://www.vaielettrico.it/la-seconda-auto-la-vorrei-elettrica/). I parametri riportati non sono precisi perché la vita utile delle batterie d’auto, varia in base a tanti parametri che vedremo più in basso.
Prendiamo i parametri minimi e massimi (reali e dichiarati) per avere un intervallo e farsi un’idea. Verifichiamo che, chi fa 30 mila chilometri in un anno, dovrà fare dalle 270 alle 100 ricariche reali (dai 136 alle 78 ricariche per i dati dichiarati). Un intervallo di utilità che varia da un minimo di 5 anni e mezzo, fino a 15 anni con i dati reali e da 11 fino a 19 anni se consideriamo i dati dichiarati dalle case costruttrici. Sono dati molto teorici e da rivedere al ribasso in quanto, come scritto in alto, l’efficienza delle batterie diminuisce con la velocità, il peso e la temperatura (più fa freddo meno è efficiente la batteria). Non solo ma bisogna anche stare attenti a non tenerle a temperature estreme (-10° e +30°), guidare con molta attenzione in caso di temperature elevate, lasciarle in un intervallo termico tra i 22° ed i 28°, non vicino a liquidi (sconsigliato quindi un box aperto) non lasciarla con una carica troppo alta o troppo bassa per un eccessivo arco di tempo (addio vacanze) e tanti altri accorgimenti. Non sono considerazioni da trascurare in quanto i dati sull’uso di massa che se ne farà, vanno valutati con il portafoglio in mano poiché il costo di sostituzione di una batteria varia dai 9 mila, agli oltre 40 mila euro. E spendere queste cifre dopo 5/15 anni dall’acquisto fa contenti solo i venditori e non gli acquirenti (tanto per cambiare). Per non parlare del mercato dell’usato, ancora di salvezza per molti automobilisti che non possono permettersi un’auto nuova, su cui gli effetti saranno altrettanto catastrofici se non si ricorre a soluzioni alternative.
Poiché i principi della fisica non sono comprimibili e dato che l’energia non si genera dal nulla ma si trasforma, per mantenere il parco auto italiano ci vorrà l’energia di quasi 30 centrali nucleari. Dove l’andremo a recuperare se già adesso si è deciso di riattivare la centrale a carbone di La Spezia? Tante incognite e lati oscuri che purtroppo non solo non vengono affrontati con la tempistica e attenzione che meritano, che non può riguardare solo i giornali di settore, ma su cui si distraggono le masse parlando solo dei potenziali benefici.
Io intanto sto valutando l’idea di aprire una stalla. Non si sa mai.
Massimiliano De Noia