8 REGINE CON 3 CENERENTOLE

Cala il sipario sugli Ottavi di champions con un verdetto che ha del sorprendente ma non troppo. La conferma di 5 squadre su 8 rispetto allo scorso anno con l’aggiunta delle 3 squadre italiane che strappano il pass per i quarti rientrando nelle 8 regine d’Europa dalla porta principale chi per la prima volta nella sua storia (Napoli), chi dopo un decennio (dal 2011 Inter, dal 2012 il Milan). Ci rientrano grazie al cavaliere mascherato (il bomber nigeriano ormai consolidato Oshimen che ancora una volta mette non una ma ben due firme sulla vittoria partenopea contro il teutonico Eintracht più celebre in queste ore per una tifoseria alquanto sopra le righe che per il gioco espresso in campo) e ai due supereroi (Maignan e Onana )che nei minuti finali indossano il mantello e con due parate al limite di un film Marvel portano le due milanesi ai quarti dopo aver acquisito un vantaggio “corto muso” come direbbero gli amanti dell’ippica nella gara d’andata. Poca spettacolarità nei match di ritorno ma che serve per arginare un Tottenham privo di alcuni infortunati, di un gioco spettacolare e di un allenatore che tra cistifellea e malumori resta in panchina quasi inerme ad assistere alla disfatta dei suoi, e di un Porto che invece prova fino all’ultimo degli assalti sbattendo contro traverse e pali mostrando la grinta e il carattere del suo allenatore e mostrandosi squadra rognosa e difficile da incontrare. Non più una sorpresa il passaggio del turno dell’altra portoghese (il Benfica) che nonostante la partenza milionaria del talento Fernandez strapazza un Bruges lontanissimo parente della squadra brillante apparsa nei gironi qualificatori e come nelle migliori commedie con il finale triste paga l’allenatore con l’esonero. La new generation madrilena dopo un roboante 5-2 fatto in terra inglese mostra ancora lampi di calcio in terra spagnola battendo per 1-0 un Liverpool ormai apparso a fine corsa dopo aver perso quel Mane che forse garantiva quell’equilibrio ad un tridente ormai rimasto solo sulle spalle del faraone egiziano apparso però sconsolato senza il suo compagno di corsa e con i nuovi (Nunez su tutti) che pagano ancora l’ambientamento in una realtà calcistica come la premier diversa da quella di provenienza ,dove se non corri sei come un pony all’ippodromo di san siro…guardi gli altri cavalli correre a mille all’ora e tu resti fermo. Cavaminga sale in cattedra nell’università del centrocampo madrileno e detta passaggi come un docente prossimo alla presidenza con accanto due accademici come Modici e Kross sempre pronti a impartire agli alunni nuove lezioni sempre affascinanti e interessanti dettando trame di gioco di cui usufruiscono il rampante Vinicius e l’eterno Karim “the dream” che mette il sigillo alla partita. Nel mentre da Manchester il supereroe norvegese Halland indossa la tuta di superman e ne fa 5 in 60 minuti accompagnando la banda Guardiola ai quarti chissà sia il loro anno di grazia dopo tutti i petrodollari spesi. Ma i soldi non sempre fanno la felicità come dicono in questo momento a Parigi dove il Paris delle figurine panini viene eliminato dalla corazzata Bayern che passeggia tra andata e ritorno senza indossare lo smoking delle grande occasioni ma con la tuta con cui si fa colazione al mattino che basta e avanza contro dei calciatori apparsi troppo diMESSI che non lottano nemmeno per un contrasto, senza centrocampo, con 3 alieni in attacco rimasti forse in qualche boutique di yatch di lusso o di vestiti grandi firme o rimasti ad un carnevale di Rio eterno e mai ritornati. Per concludere riesce la magia del mago Potter che porta il Chelsea ai quarti sommerso da critiche feroci e da acquisti quotidiani tanto da avere una intera squadra fuori lista champions (squadra che vincerebbe bendata il campionato italiano) ai danni di un Borussia che certifica il tramonto del calcio tedesco forse immerso nell’ennesima fase di rifondazione.

FRANCESCO MUSICCO

Condividi l'articolo!
Share on facebook
Share on twitter
Share on linkedin
Share on whatsapp
Share on email
Share on print