Arriva una nuova stretta per la spesa dei ministeri, ma il Governo assicura anche risorse per i rinnovi contrattuali, promette un cambio di strategia sui bonus edilizi e, in linea con la spinta alla natalità voluta dalla premier, si prepara ad aumentare l’assegno unico e a sostenere le famiglie numerose. Il Def entra nel dettaglio delle misure che il Governo ha in cantiere per i prossimi anni, sul piatto però le risorse a disposizione sono poco meno di 8 miliardi in deficit in due anni, peraltro già destinati a ridurre il cuneo fiscale e abbassare le tasse. E mentre il Pd lancia l’allarme sul taglio dei fondi alla sanità, l’orizzonte resta “incerto e non privo di rischi”: un nuovo caro energia o i possibili ritardi sul Pnrr potrebbero rallentare la crescita. Per questo le previsioni inserite nel Def sono “di natura estremamente prudenziale”, ripete il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che però considera “del tutto realistico” puntare per i prossimi anni a un aumento del Pil e dell’occupazione “ben oltre le previsioni del documento”. E professa ottimismo anche sul Pnrr, per il quale, una volta rivisti alcuni progetti, assicura, “vi sono tutte le condizioni per accelerare” riforme e investimenti che innalzeranno il potenziale di crescita. La piena attuazione del Pnrr, infatti, stima il Def, darebbe una spinta al Pil del +3,4% in più a fine piano.
E anche l’Upb osserva: i dati sono plausibili se il Piano sarà pienamente realizzato. Ma ci sono variabili che rischiano invece di pesare negativamente sulla crescita: il Def prende in considerazione alcuni scenari di rischio, come un nuovo aumento delle materie prime energetiche, che potrebbe tradursi in una riduzione di 0,3 punti sul Pil 2023 e 0,4 il prossimo anno. In questo scenario una certezza è data dal tesoretto ricavato dalle nuove stime sul deficit, 3,4 miliardi per quest’anno e 4,5 per il prossimo, risorse che hanno già una precisa destinazione: per quest’anno serviranno a “sostenere il reddito disponibile e il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti”, con un nuovo taglio del cuneo fiscale che coprirà il periodo maggio-dicembre; per il prossimo anno andranno a “interventi di riduzione della pressione fiscale”. Qualche risparmio in vista della prossima legge di bilancio potrebbe arrivare dal nuovo ciclo di spending review che, sommata a quella già prevista dall’ultima legge di bilancio, porta la riduzione complessiva a 1,5 miliardi nel 2024, 2 miliardi nel 2025 e 2,2 miliardi a partire dal 2026. L’attenzione alla famiglia troverà invece spazio nella delega fiscale con misure “per aumentare gli importi base dell’assegno unico, aiutare le famiglie con figli neonati e le famiglie numerose” e incrementare i congedi parentali anche dei papà. Il Def promette anche risorse per i rinnovi contrattuali, mentre i sindacati evidenziano l’assenza di misure sulle pensioni.