In Emilia-Romagna il centrodestra si è espresso compatto contro la nomina di Stefano Bonaccini a Commissario per la ricostruzione dopo l’alluvione. Si è trattato solo di un voto contrario a una mozione del Pd in Consiglio regionale, ma manifesta il malumore montato anche a Roma di fronte all’ipotesi che Palazzo Chigi volesse affidare l’incarico al governatore: è un braccio di ferro che tutti volevano evitare. Intanto in Regione iniziano a fare una conta dei danni, “oltre i 7 miliardi”, e si preparano ad accogliere la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che oggi sorvolerà le aree alluvionate con Giorgia Meloni e lo stesso Stefano Bonaccini. Decolleranno da Bologna nel primo pomeriggio e al ritorno è previsto un punto stampa. Poi, mentre Bonaccini e von der Leyen proseguiranno in elicottero verso Cesena e Forlì, la premier tornerà a Roma per un Cdm convocato alle 18.00. La nuova riunione “dovrà prendere ulteriori decisioni sulla gestione dell’emergenza nelle zone colpite dal maltempo” ha ricordato il Ministro Nello Musumeci. Dovrebbe essere esteso lo stato di emergenza ai comuni di Marche e Toscana colpiti dall’ondata di maltempo, ma c’è chi non esclude nuove misure. Difficile, se non impossibile, che si proceda già con la nomina del Commissario per la ricostruzione, anche se si diffonde nel centrodestra l’idea che alla fine si opterà per un tecnico di area. Dal territorio, invece, la richiesta è di fare in fretta, come dopo il sisma del 2012.
La vicepresidente dell’E-R Irene Priolo, che ha la delega alla protezione civile, in attesa di una stima precisa ha parlato di danni per “oltre 7 miliardi”. I 2 miliardi stanziati dal Governo vanno soprattutto alle imprese, ma presto bisognerà pensare alle infrastrutture. Stefano Bonaccini ha sottolineato che “come Commissario in genere viene nominato un presidente di Regione, come dicono colleghi del centrodestra come Zaia, Occhiuto, Toti”. E ha aggiunto: “Bisogna occuparsi della Romagna, non degli equilibri politici delle nomine”. Dalla Lega assicurano che non c’è “nessun veto o antipatia nei confronti di alcuno” e si auspica “che la nomina avvenga al più presto”. Ma più fonti della maggioranza raccontano che è proprio il partito di Matteo Salvini quello più freddo verso Bonaccini, in linea con il fronte romagnolo di FdI. Di certo non la pensano così i governatori di centrodestra: per quello della Liguria Giovanni Toti “i poteri commissariali devono andare a chi ha un mandato popolare”.