Dopo la sconfitta arrivano le critiche alla Schlein

Il giorno dopo la sconfitta elettorale sono in tanti a chiedere ad Elly Schlein “un cambio di rotta”, una gestione “più collegiale” del partito, una “maggiore presenza” sui principali fronti della battaglia politica. La leader del Pd prova a tenere lontane le accuse ma intanto è costretta a rinviare la missione a Bruxelles per evitare nuove polemiche. Sarà con ogni probabilità una riunione della Direzione nazionale a tirare le somme di quanto accaduto e analizzare la sconfitta alle amministrative. A tanti, dentro il partito, non è piaciuto il “tentativo autoassolutorio” portato avanti dal nuovo gruppo dirigente: “Vorrei ricordare una cosa: Elly Schlein si è insediata il 12 marzo. Non c’è stata un’alleanza decisa dalla nuova segreteria e le liste del Pd erano di fatto già chiuse”, dice Francesco Boccia; “Lo scaricabarile, vi prego, no. Enrico Letta le amministrative le ha stravinte e per 2 anni di seguito: 5-0 nel 2021 e vittoria “a valanga” a giugno 2022. Poco dopo ha perso (male) le politiche. Ma non ha cercato alibi e non ha mai sparato contro nessuno del Pd” cinguetta di buon mattino Monica Nardi, portavoce dell’ex segretario dem. Al Nazareno provano ad abbassare i toni, Boccia corregge il tiro ma i rapporti interni restano tesi.

E se i cattolici si fanno sentire sui temi etici, vedi la petizione on line contro la maternità surrogata sottoscritta da diversi big del partito, non manca chi fa polemiche sulle “fantasiose strategie fiscali” della segretaria. Anche con i potenziali alleati, poi, le distanze restano; Giuseppe Conte non chiude a un dialogo ma mette paletti precisi: “Siamo disposti a dialogare con il Pd e con Schlein ma sui temi, sui progetti, misurandoci sulle risposte concrete senza compromettere i nostri valori e senza annacquare le nostre battaglie più significative”, scandisce. E ancora: “Meloni non si batte con i campi larghi o con qualche ora sul palco insieme”. Dalle parti del Pd predicano cautela: “Il prossimo voto sarà quello per le elezioni Europee, con il proporzionale ognuno correrà per sé. Dobbiamo avviare un dialogo sulle priorità per il Paese, poi alle prossime Amministrative o alla Politiche si tireranno le somme”.

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