Dopo due giorni di critiche Elly Schlein torna a parlare: “Mettetevi comodi, siamo qui per restare”. La segretaria Pd, che lunedì aveva ammesso la sconfitta alle amministrative, non ci sta a finire sul banco degli imputati dopo soli tre mesi di lavoro alla guida del partito e in una diretta Instagram attacca il governo sul Pnrr e sulle “fake-news sull’Emilia Romagna”, accusa la maggioranza di “politicizzare l’alluvione” e chiede l’immediata nomina del Commissario nella regione, lasciando intendere che debba essere Stefano Bonaccini. Un modo per rispondere anche ai tanti che nel Pd durante la segreteria di due giorni fa e nei corridoi del Parlamento si erano lamentati per una sua presunta scarsa presenza sui temi caldi, sulle questioni più importanti del dibattito. Schlein dimostra di non avere gradito il fuoco di fila dei giorni scorsi: “Noi non ci fermiamo, abbiamo da ricostruire una prospettiva e da dare una speranza a questo Paese. Andiamo avanti con le nostre battaglie. Non ci spaventano gli attacchi. A chi pensa sia finita voglio dire: abbiamo solo cominciato. Il cambiamento non è un pranzo di gala, è scomodo. Siamo qui per fare esattamente quello che diciamo”.
E per smentire le accuse di essere troppo poco presente sui grandi temi aggiunge appunto due passaggi contro il Governo e la maggioranza per le “fake-news sull’E-R”. “Vengano piuttosto, invece di questi attacchi, a riferire in Parlamento su quello che intendono fare per il Pnrr. Questo Governo sta rallentando l’attuazione, sta mettendo in difficoltà Comuni e imprese, rischia di farci perdere un’occasione storica e irripetibile”. In difesa della segretaria si pronuncia Dario Franceschini che rompe un lungo silenzio per denunciare “un clima insidioso” nel Pd: “Si rischia che un risultato negativo di cui Schlein non ha alcuna responsabilità venga usato per iniziare a indebolirla. Nessuno ha la bacchetta magica, nemmeno Schlein. Mi rattrista un po’ che le lezioni del passato non bastino mai. Tutti i leader del Pd, sottoscritto compreso, hanno subito dal primo giorno un’azione di logoramento. Allora dico: fermiamoci”.
Ma la segretaria deve gestire anche la grana del voto di oggi al Parlamento europeo sulla risoluzione che apre all’uso del Pnrr per la produzione di armi. Schlein è contraria, contrarissima, e lo dice chiaramente: “Non è per noi accettabile utilizzare le risorse Pnrr e coesione per produrre munizioni e armamenti”. Il concetto viene ribadito anche al governo Meloni: “Non è accettabile che si pensi di togliere fondi dai nidi per metterli nella produzione di munizioni e armamenti”. Il Pd lo ripeterà oggi in un question time al Senato. Il problema è a Bruxelles. Il Pd ha presentato anche degli emendamenti, accolti dal gruppo socialista, per chiedere di fissare questo principio nella risoluzione, ma pare scontato che il Parlamento europeo non li approverà. Sulla risoluzione Schlein non ha dato indicazioni di voto, lascia la decisione all’autonomia del gruppo. E il gruppo Pd in Ue è diviso: la maggioranza è orientata comunque a votare a favore, anche se verranno bocciati gli emendamenti, per non smarcarsi dagli altri socialisti europei che diranno sì e per non rischiare di aprire una crepa nella linea pro-Ucraina.