Oltre duemila gli invitati all’auditorium Parco della Musica, tra imprenditori e rappresentanti delle istituzioni, a partire dal capo dello Stato Sergio Mattarella che all’assemblea mancava dall’ultima di Vincenzo Boccia e che potrebbe prendere la parola.
In scaletta, non vi sono interventi della premier Giorgia Meloni, presente in platea, né del ministro delle Imprese Adolfo Urso, né tantomeno del collega dell’Economia Giancarlo Giorgetti, assente giustificato perché a Santiago de Compostela per l’Eurogruppo informale.
Era il 29 settembre quando chiedeva al governo Conte “il coraggio del futuro”, scelte “per l’Italia, anche controvento”, azioni comuni e un “nuovo grande patto per l’Italia” con le imprese e tutte le parti sociali e con “una visione alta e lungimirante”. Il 23 settembre 2021, alla prima uscita pubblica del neopremier Mario Draghi, Bonomi rilanciava quel patto sostenendo che fosse “il tempo di scegliere di cambiare”.
Anche perché già viale dell’Astronomia intravedeva “un rallentamento della crescita legato ai rincari delle materie prime e dell’energia che iniziano a dispiegare effetti negativi sulle imprese come ombre”.
Dodici mesi dopo, l’assemblea si sposta eccezionalmente in Vaticano, con un’udienza pubblica di papa Francesco: è tempo di parlare di dignità “sociale ed economica” del lavoro, della necessità di svolgerlo in condizioni di sicurezza, ma sullo sfondo resta la crisi energetica.
Arriviamo a quest’anno: altri dodici mesi caratterizzati anche dalla crisi climatica, dalla guerra in Ucraina, dall’urgenza di mettere a terra il Pnrr. “Sono stati anni in cui non mi sono annoiato”, ha confessato Bonomi pochi giorni fa, parlando a Confindustria Emilia Area Centro.
La corsa per la successione è già partita: in pole ci sarebbero i vicepresidenti Alberto Marenghi e Maurizio Stirpe, ma circola anche il numero del presidente Veneto Enrico Carraro.