L’arrivo della Commissione del Viminale che dovrà valutare eventuali infiltrazioni mafiose nel Comune, il centrodestra che, dalla stessa aula dove Antonio Decaro giorni fa aveva definito “un atto di guerra” l’invio della Commissione, attacca: “Giù le mani da Bari lo diciamo noi”.
Giorgia Meloni, difende l’iniziativa del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi definendo “vergognose” e respingendo al mittente “le accuse di utilizzare politicamente” questo intervento che “non è pregiudizialmente finalizzato allo scioglimento”, il sindaco si difende spiegando che le signore della foto non sapeva nemmeno chi fossero e ha dovuto consultare il parroco della città vecchia per scoprirlo: sono sì parenti del boss Capriati “ma non hanno nulla a che fare con il resto della famiglia”.
Michele Emiliano; il presidente regionale avalla le parole di Decaro che nega di essere stato presente all’incontro con la sorella di Capriati. “Se Antonio ha detto che non se lo ricorda, e non ricorda di esserci stato, è possibile che lui abbia ragione”.
Giuseppe Conte; “Non ho trovato l’aneddoto raccontato da Emiliano né divertente né edificante. Noi siamo per la legalità e la trasparenza”.
Ieri è stato il giorno dell’arrivo della Commissione d’accesso del Viminale che valuterà ipotesi di infiltrazioni mafiose nel Comune di Bari dopo l’inchiesta della Dda che ha portato 130 arresti e svelato casi di voto di scambio politico-mafioso e la capacità dei clan di pilotare le assunzioni nella municipalizzata del trasporto pubblico Amtab. I Commissari hanno incontrato il segretario generale e poi il sindaco che ha garantito “la massima collaborazione” degli uffici.