Meloni rilancia sulle pensioni minime

Le pensioni minime entrano ufficialmente nella prossima legge di bilancio.

Lo fa sapere direttamente la premier Giorgia Meloni, “Le pensioni minime è una delle nostre priorità”, assicura la presidente del consiglio, ricordando che in due anni il governo ha lavorato “per una rivalutazione piena di tutte le pensioni che arrivavano fino a 2.270 euro, garantendo che fossero adeguate pienamente al costo della vita” e ha anche garantito “una rivalutazione al 120% per le pensioni minime, che sono cresciute in modo significativo”.

 

Per questo nella stesura della manovra si sta concentrando, oltre che sull’alleggerimento delle tasse, anche sulle misure a sostegno di chi assume e crea lavoro.

Difficile, dunque, che si rinunci a confermare la maxi-deduzione per le imprese che assumono, in scadenza a fine anno.

 

Mentre si starebbe lavorando a rimodulare i fringe benefit, con l’ipotesi di un tetto unico per tutti (tra i 1.500 e 2mila euro). Per definire quello che entrerà nella legge di bilancio per il 2025, si attende però di avere un quadro più certo sulle risorse a disposizione.

 

Qualche elemento in più si avrà quando il Mef avrà chiuso il lavoro sul Piano strutturale di bilancio (Psb), il nuovo documento che prenderà il posto della Nadef e definirà la cornice finanziaria della manovra.

 

La sfida maggiore sarà definire gli obiettivi su un orizzonte di 5 anni, anziché i 3 come dei documenti di finanza pubblica previsti dalla normativa vigente. Oltre alla condizione di indicare una serie di riforme e investimenti, per poter estendere a 7 anni il rientro dal deficit eccessivo. In questa nuova cornice potrebbe subire qualche ritocco il piano di privatizzazioni.

 

Già in primavera il Def aveva ridimensionato l’obiettivo iniziale di arrivare all’1% del Pil, portando il target complessivo del triennio 2024-26 allo 0,7% (circa 14 miliardi). Al momento si parla di 3 miliardi, ma non si escludono nuove mosse. Nel mirino ci sono MpsFsEnavEni, ma anche una liberalizzazione dei porti. Mentre si fa più fumosa la partita di Poste. In ogni caso, il lavoro dei tecnici prosegue senza sosta sulle simulazioni che serviranno al Mef per mettere nero su bianco le misure della prossima manovra.

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