Israele colpisce i generali, l’Iran i civili: l’Europa è a rischio, Taranto può diventare il rifugio strategico

Di: Andrea Franchi
Presidente di Tarentum Forum APS

Mentre Israele colpisce obiettivi militari e nucleari con precisione chirurgica, l’Iran risponde lanciando missili contro centri civili. L’Italia è dentro il raggio d’azione. Taranto può diventare la risposta strategica.

Quando la notte ha tremato tra il 12 e il 13 giugno, il mondo ha capito che nulla sarebbe tornato come prima. Israele ha lanciato l’operazione “Leone Nascente”, colpendo con un attacco aereo su vasta scala i siti nucleari iraniani di Natanz, installazioni militari nei pressi di Isfahan e infrastrutture dei Pasdaran a Teheran e Shiraz. Un’azione chirurgica, pensata per neutralizzare il potenziale offensivo di Teheran. Nella stessa notte, fonti occidentali confermavano l’eliminazione dei generali Mohammad Bagheri e Hossein Salami.

L’Iran ha reagito il giorno seguente con una raffica di oltre 100 droni e missili balistici. Non ha colpito obiettivi militari. Ha puntato contro la popolazione: aree civili di Tel Aviv e Haifa sono state sfiorate, e diverse strutture non militari sono state danneggiate. Un segnale chiaro e inquietante: Teheran non colpisce l’apparato difensivo israeliano, ma mira al panico, ai civili, alla pressione psicologica.

L’arsenale balistico iraniano: l’Italia è nel mirino

L’infografica allegata mostra in modo netto ciò che fino a ieri era solo sottinteso: Roma, Milano, Napoli, Palermo e Taranto rientrano pienamente nel raggio d’azione dei principali vettori missilistici iraniani.

Le armi di Teheran non sono improvvisate. Parliamo di:

Shahab-3: 1.300 km;
Ghadr, Emad, Sejjil: fino a 2.000 km;
Soumar: fino a 2.500 km.

In poche parole: l’Italia è già dentro i cerchi concentrici del pericolo. Non siamo semplici spettatori geopolitici: siamo bersagli potenziali. Una realtà scomoda, ignorata per troppo tempo.

Il silenzio assordante dell’Europa

Mentre Stati Uniti e Regno Unito hanno attivato misure dissuasive nella regione, la reazione europea si è limitata ad appelli generici alla moderazione. Nessun piano, nessuna proiezione di forza, nessuna visione. Eppure, proprio l’Europa è la più vulnerabile.

Il conflitto già si riflette sui mercati: il petrolio ha superato i 125$/barile, il gas LNG segna +38%, le borse registrano turbolenze e i titoli energetici oscillano. Il rischio di stagflazione non è più accademico: è concreto.

Taranto: da periferia dimenticata a snodo strategico

C’è un punto, nel cuore del Mediterraneo, che può offrire all’Italia un’alternativa solida, concreta, pronta: Taranto. Con il suo porto profondo, il retroporto industriale, la Marina Militare e un aeroporto (Grottaglie) con una delle piste più lunghe d’Europa, Taranto può diventare l’hub strategico della sicurezza e della logistica italiana ed europea.

Serve però volontà politica. Serve che si apra subito ai voli civili, che si inserisca Taranto nei corridoi logistici europei e nei piani emergenziali NATO. Taranto non può più aspettare i tempi lenti della burocrazia regionale.

Una conclusione che è un avvertimento

Mentre Israele elimina obiettivi militari, l’Iran colpisce civili. Mentre il mondo osserva, il rischio è che un missile, un drone, una nave bloccata a Hormuz, possa riscrivere le rotte della storia.

È ora di reagire, prima che sia troppo tardi.

Articolo a cura del Centro Studi Tarentum Forum APS
Data: 14 giugno 2025

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